domenica 31 maggio 2009

Questo blog sembra di parte.

Ho notato che tutto ciò che ho scritto in questo anno e mezzo su questo blog è all'insegna di una ricerca di regole basilari che possano essere facilmente rispettate e che non vadano ad intaccare troppo la libertà individuale delle persone.
Ultimamente infatti sono arrivato a definire queste "linee generali" per una buona convivenza in società, parlando del rispetto, della tolleranza e di libertà e socialità.
Poi ho notato quest'anno che la ricerca che mi ha portato a scrivere tutte le mie risposte ai problemi della società su questo blog, è condivisa da coloro che appartengono alla corrente di pensiero socialdemocratica.
Infatti proprio per questa ricerca, innanzitutto personale e poi comune, ha portato il partito altri ragazzi e me a non riconoscersi con le ideologie immobili ed imperfette della sinistra e della destra. Ma ad una mediazioni alla quale siamo arrivati ragionando e facendo esperienze di vario tipo. Ed è difficile oggi trovare delle persone che ragionino con la propria testa, tentando di porre una soluzione a tutte le questioni politiche che decidono di affrontare.
Ci tengo però a dire che le soluzioni date a questi problemi rimangono solo delle soluzioni, a mio parere, ragionevoli perchè ci siamo arrivati descrivendo il filo logico che mette in piedi il discorso.
Certo è che se queste idee fossero condivise da molte persone, sarebbe molto più facile far cambiare la gente in meglio, facendo diffondere un sano interesse per la politica, vista come ricerca di soluzioni ai problemi comuni.

giovedì 21 maggio 2009

La giusta democrazia.

La democrazia, essendo la forma di governo più moderata, più vicina al popolo, più aperta mentalmente perchè composta da diverse culture, è ciò che dobbiamo proteggere più di qualsiasi altro bene comune. L'idea di crescere tutti insieme e di tollerare e rispettare tutto ciò che non sia violento fa crescere culturalmente tutti i membri della società e garantisce la cooperazione di tutti i cittadini più aperti e realmente sensibili alla vita politica della democrazia.
E' per mantenere questo equilibrio che noi cerchiamo attraverso i partiti di trovare un compromesso tra socialismo democratico e meritocrazia. Ciò lo possiamo vedere nei "partiti maggiori" che oggi rendono l'Italia un sistema bipartitico, il Partito democratico (socialdemocratico) e il Popolo delle libertà (a favore della meritocrazia).
Questi partiti però, a mio parere, hanno un difetto comune che deve essere corretto: le riforme che propongono per raggiungere i loro obiettivi sono troppe e talvolta escono dalla fascia delle leggi che rispettano la multiculturalità. Questo difetto non può portare ad altro che alla perdita di un equilibrio stabile su valori trasversali sul quale si basa la democrazia.
Quindi per le nuove generazioni di politici è necessaria una conoscenza degli strumenti più forti della democrazia e delle priorità di questa. Penso di aver scritto questo bloganche per questo motivo. Secondo me gli strumenti da usare per raggiungere l'equilibrio ideale in una democrazia sono: l'educazione, che al momento non riesce a rispondere al bisogno di cultura della società, per raggiungere un ideale socialdemocratico che è l'uguaglianza delle possibilità di crescita per tutti i cittadini, e un mercato libero e trasparente, per raggiungere la vera meritocrazia e dare la possibilità ai migliori di aiutare la società attraverso il loro vero valore. Naturalmente per riuscire a mantenere l'equilibrio è necessario compiere grandi sforzi e per fare grandi sforzi sono necessarie anche risorse economiche. Ma come avere anche queste risorse? E' molto meglio guadagnarsi le risorse economiche necessarie mediante una buona politica su molti fronti, come ad esempio il rispetto dell'ambiente e quindi un buon uso anche dei materiali biodegradabili.
Ma l'unico modo per fare una buona politica è essere solidali con coloro che ci stanno intorno e tentare di crescere insieme a loro. E' per questo che bisogna sforzarsi e accettare il fatto che la nostra cultura non è la sola giusta, è solo una delle tante culture che solo tutte insieme, sforzandosi, riescono a creare e mantenere il giusto equilibrio necessario per mantenere la pace tra le persone. Bisogna inoltre dire che solo in un contesto multiculturale tutti noi possiamo mostrarci per ciò che siamo veramente e non sottostare a tabù di alcun genere.
Talvolta però le persone devono affrontare un problema: scegliere se essere onesti o guadagnare il più possibile da ciò che fanno.
Beh, questo è un contrasto che bisogna affrontare e vincere cercando di assimilare e capire fino in fondo che la nostra onestà insieme a quella degli altri dà un vantaggio grandissimo alla comunità da parte di coloro che tentano guidarla verso risultati sempre migliori: la trasparenza e la giusta cooperazione tra i componenti della società per raggiungere nel modo più corretto il bene comune.
Bisogna inoltre insegnare agli educandi che solo mediante un libero e sincero desiderio di bene, proprio e degli altri, si può arrivare a renderlo reale. Bisogna volere profondamente e sinceramente qualcosa, per poi portarla avanti fino in fondo.
In un certo senso il bene comune è semplicemente una moltiplicazione del bene individuale, che viene appunto moltiplicato per tutte le persone che ci stanno vicino e sono felici.

mercoledì 13 maggio 2009

Integrazione di culture diverse.

Questo post è collegato con quello relativo alla differenza tra immigrazione e clandestinità. Qui cercherò di far capire quanto sia importante aprire la mente a tutto ciò che giovi all'uomo.
Il fatto di considerare l'integrazione tra culture un problema politico significa ammettere che il popolo italiano non è ancora culturalmente maturo. Insomma, è ovvio che l'unico modo per fare una buona politica è aiutare tutti coloro che fanno parte della nostra comunità. Inoltre questo problema - dell'integrazione tra culture- c'è sempre stato, nella storia dell'uomo, soprattutto nei momenti di profondo cambiamento.
Se ancora oggi noi percepiamo questo argomento come un problema lo dobbiamo ad un errore comune commesso nella nostra vita quotidiana.
Ogni giorno vedo persone pervase dalla superficialità: non trattano mai alcun argomento di interesse generale o politico; si lamentano per le ricompense che ricevono per i loro lavori incompiuti o compiuti male; non accettano ciò che è differente, e ancor più grave è il fatto che non vogliano conoscerlo, dal momento che altrimenti dovrebbero lavorare per comprenderlo.
E spesso si formano gruppi di persone mentalmente chiuse che tentano di sminuire i problemi che non vogliono affrontare, portando così molte altre persone ad evitare quegli argomenti allo scopo di essere accettate dalla comunità.
Questo problema di chiusura mentale, presente in molte persone, si è aggravato da quando si è cominciato a pensare che i problemi della collettività sono più difficili da risolvere di quelli dei singoli.
Inoltre per molti è anche difficile accettare il fatto che non si nasce perfetti e che talvolta è necessario anche riconoscere e riparare ai propri errori.
Allo stesso modo da questa chiusura mentale, tipica degli italiani, nasce una chiusura simile anche nei confronti degli immigrati, perchè sono visti come persone che possono far riaffiorare i problemi che concernono la comunità.
Infatti noi vediamo spesso che le persone meno colte e aperte mentalmente, pur di non affrontare i veri problemi si uniscono in gruppi violenti o persino in partiti politici.
Come se ciò non bastasse , i finti politici a capo dei partiti attuali, piuttosto che mostrare la vera saggezza e correggere gli errori commessi dagli italiani, emanano leggi che permettono loro di mantenere il potere, senza fare mai qualcosa di lungimirante da un punto di vista culturale.
Altri segni- che possiamo vedere quotidianamente- di questa arretratezza mentale sono: la mancata laicità dell'Italia; la convinzione degli anziani di non poter aiutare più la società e di essere solo dei pesi sulle spalle degli italiani; il sistema pensionistico basato sul patto tra generazioni ; le troppe leggi che abbiamo, che dimostrano quanto siano incivili le persone; la corruzione dei politici; la confusione tra individualismo vero ed egoismo controproducente e avverso alla comunità; ecc.
Si potrebbe andare avanti per ore: è vergognosa la pigrizia intellettuale degli italiani di oggi.
Se noi tutti ci facessimo un bell'esame di coscienza, e accettassimo i nostri errori, cominceremmo subito a collaborare al fine di riparare ai nostri errori e ad aprire la mente a nuove culture per trovare più facilmente delle soluzioni ai nostri problemi.
In fondo, anche in questa materia vale ciò che ho scritto per quanto riguarda l'amicizia e l'amore: il simile cerca il simile, infatti persone disinteressate a problemi sociali eleggeranno rappresentanti che somiglino a loro.
Il peggio arriva nel momento in cui questa chiusura mentale e questa paura del diverso in generale (quindi anche del diversamente buono) viene trasmessa dai genitori ai figli o dagli insegnanti agli alunni.
E' importante capire che tutti noi siamo diversi e che la trasgressione del patto di convivenza civile, fatto tra i cittadini, avviene quando ci si avvicina alla stagnazione culturale.
Le diversità si attenuano se si usano a vantaggio di un sistema vario, multiculturale come la società. Se non si accetta ciò non si può dire che si stia parlando di politica.

martedì 12 maggio 2009

Disordine razionale e ordine entropico.

Noi siamo la nostra mente, il nostro corpo è solamente uno strumento che la nostra mente usa per i suoi scopi. Ad ogni modo la nostra mente ha il bel vizio di ribellarsi a ciò che non segue un ordine logico, ma è una cosa inconscia, mentalmente istintiva. Possiamo vedere benissimo ciò nel fatto che creiamo oggetti e li ordiniamo secondo un principio che ha elaborato la nostra mente. Questa nostra tendenza ad ordinare, in verità, va contro la volontà della natura che ha un altro modo di mettere in ordine ciò che crea. Questa è una contrapposizione tra 2 sistemi: l'ordine entropico( proprio della natura) e il disordine razionale( proprio dell'uomo).
Secondo questa visione, l'uomo essendo uno dei tanti componenti della natura e allo stesso tempo un animale ordinatore (che cerca un'autonomia dalla natura), andrebbe contro il vero ordine naturale che tende a distribuire tutto equamente dappertutto. Infatti l'uomo tentando di soddisfare la propria volontà di ordinare, mette in disordine ciò che la natura tenta di disporre secondo principi universali.
Talvolta però anche gli umani si stancano di soddisfare la propria volontà disordinatrice e allora (per non allontanarsi dal centro della "fascia di equilibrio", concetto spiegato nel post precedente) comincia anche per poco tempo a seguire l'ordine naturale delle cose, senza interferire con esso. Questo comportamento naturalmente dopo un po' disturba l'uomo che allora ritornerà a cercare un ordine logico.
Allora possiamo delineare che il disordine razionale si divide in: attivo(pensante, non irrazionalmente passionale) , ovvero il mettere in disordine ciò che la natura invece tenta di mettere in ordine; passivo (quando lasciatosi trasportare dalle emozioni), quando l'uomo si ribella alla sua ricerca dell'ordine logico, razionale. L'atteggiamento passivo dura molto meno tempo rispetto a quello attivo perche reca disturbo all'uomo.
Spesso questa contrapposizione è comunemente detta, non già tra attività e passività, ma tra ragione e sentimenti.
Quindi tutta la nostra vita si svolge su un campo di battaglia ove alcune volte ha la meglio la ricerca di un ordine logico, altre volte la passività e la spensieratezza.
In alcuni casi però alcune persone, riflettendo realizzano un modo di far andare d'accordo la passività necessaria alla natura e la volontà di ricercare un ordine.
Un buon esempio di ciò, sono gli ambientalisti progressisti, ovvero coloro che mediante la tecnologia e ragionamenti accurati(tutto appartenente alla sfera della ricerca logica) riescono a soddisfare i propri bisogni senza danneggiare in alcun modo l'ambiente, in modo da non ostacolare di conseguenza l'ordine entropico.

venerdì 8 maggio 2009

L'essere umano e l'equilibrio (linguaggio e relazioni umane).

Dopo l'argomento della teoria dell'archetipo, sono arrivato a varie conseguenze, forse intuitive ma fondamentali. Nel post dell'archetipo avevo scritto che noi riusciamo a capire mediante la nostra mente se le energie che incontriamo sono buone o cattive: a questo punto ho cominciato a capire che ho confuso 2 tipi di energie. Il primo tipo di energia, è quello con cui noi non possiamo comunicare coscenziosamente, ed è l'energia vitale che ci lega tutti; il secondo tipo di energia, è un'energia minore che possiamo gestire attraverso la concentrazione, con la quale siamo in grado di costruire attorno a noi un'aura. Un'aura sarebbe un'energia in grado di essere percepita da altre persone e che comunica la nostra natura (pacifica o non) a coloro che la percepiscono.
In questo modo si potrebbe in minima parte comunicare attraverso energie gestite da noi stessi.
Poi vi sono molti altri tipi di energia (cinetica, potenziale,elettrica, ecc), ma questi tipi di energia non sono gestibili mediante la concentrazione.
Ma qual'è l'importanza di questo strano modo di comunicare?
E' importante cercare sempre di superarsi e già abbiamo avuto modo di vedere straordinari modi di comunicare, ma ogni volta abbiamo sempre dovuto imparare ed insegnare a nostra volta dei codici, proprio perchè tutti i nostri linguaggi per ora sono delle sequenze di codici gestite logicamente.
L'importanza di questa energia sta nel comunicare almeno la nostra intenzione di attaccare o meno l'interlocutore, senza aver bisogno di alcun codice comunemente conosciuto.
Se questo esperimento dovesse riuscire, avremmo superato un ragionamento che fino ad ora è sempre stato basilare per quanto concerne il problema filosofico del linguaggio.
L'essere umano è nato in un universo che non è mai solamente bianco o nero, ma è un mix di vari aspetti che si amalgamano tra loro in un'unica visione equilibrata.
E possiamo anche vedere come naturalmente tutte le sostanze che conosciamo, tutto ciò che compone l'universo intero tende all'omeostasi ( il perfetto equilibrio di tutte le sostanze).
Ho usato la parola omeostasi (termine usato in biologia per indicare la capacità autoregolante delgli organismi interni) perchè considero appunto l'universo un grande organismo capace di vivere attraverso i legami energetici.
E noi esseri umani proprio come la natura siamo un equilibrio, persino nelle nostre capacità di linguaggio dimostriamo ciò: noi tutti infatti da una parte abbiamo una visione soggettiva della realtà che ci circonda ( quindi un filtraggio di ciò che vediamo), dall'altra però interagiamo anche con la realtà oggettiva.
Come dice anche la parola "soggettiva", la nostra visione della realtà cambia di persona in persona e ogni visione è unica; ma noi proprio come gli altri animali, dal momento che abbiamo in comune il fatto che viviamo interagendo con la realtà oggettiva, riusciamo a comunicare.
Noi quindi usiamo la realtà oggettiva come punto di riferimento comune.
Anche perchè la nostra visione (astratta) soggettiva non può influenzare la realtà oggettiva (concreta).
Da qui capiamo pure che avendo ciascuno di noi un mondo astratto unico, almeno caratterialmente siamo tutti differenti.
E che i rapporti che si instaurano tra persone, sono comunque basati su affinità (somiglianze caratteriali) e interessi (che concernono la ragione, lo studio, un linguaggio che permetta di dimostrare ciò che si studia agli altri).
E tutti noi essendo equilibrati, tendiamo anche a cambiare e a spaziare nella fascia di equilibrio che è la nostra vita. Cambiando, noi cambiamo anche i nostri rapporti con chiunque ci stia vicino e così in alcuni casi i rapporti fuoriescono da questa fascia di equilibrio e finiscono.
Inoltre ogni volta che ci avviciniamo agli estremi di questa fascia di equilibrio, noi: proviamo emozioni; facciamo difficoltà a comunicare; desideriamo di ritornare ad uno stato di pace interiore.
Con questo discorso intendo far presente a tutti che non esiste un equilibrio perfetto, ma questo risiede e va ricercato appunto nel cambiamento e nel caos: dobbiamo riuscire a muoverci intorno al centro di questa fascia di equilibrio e quindi a cambiare poco, non lasciandoci mai trasportare troppo dalle sensazioni che non sono date dai nostri sforzi indirizzati a migliorare la nostra e altrui situazione.