sabato 23 agosto 2008

L'origine della violenza e il suo sviluppo.

Leggendo il titolo di questo post si potrebbe dedurre che si tratti di qualche mania utopistica tirata in gioco da un folle. In verità, in questo post scriverò solo una mia ipotesi personale che potete ovviamente commentare a vostro piacere.
Riflettendo durante il periodo estivo sono arrivato alla conclusione che un male tira l'altro. Esistono mali temporanei e mali durevoli, mali dei quali non ci si fa neanche caso e mali che ci scombussolano spesso impedendoci di vedere con chiarezza alcune situazioni. Spesso un uomo risponde ad un male reagendo con maggiore o minore aggressività a seconda del fastidio che questo gli ha provocato. Naturalmente un essere umano sotto pressione deve sfogarsi per cercare di mantenere un certo grado di controllo su se stesso. Gli uomini che essendo stati danneggiati da alcuni, piuttosto che reagire a questi si sfogano su altri, non fanno altro che creare un circolo vizioso nel quale aumentano i mali.
Sopportato un certo numero di mali, solitamente, un uomo reagisce secondo natura contro coloro che lo infastidiscono. Risolvendo così il problema grazie a una buona dose di coraggio e razionalità. Questa ragionevole soluzione rimane viva nella natura dell'uomo finchè qualche motivo non la rende obsoleta.
Io personalmente penso che questo motivo sia rappresentato in buona parte dalle religioni che invitano l'uomo a subire senza reagire come il cristianesimo o il buddhismo.
Seguendo queste religioni che invitano a non reagire si possono perdere concetti importanti come l'importanza di una vita vissuta bene e in pace ed il rispetto di se stessi, del quale parlerò in un prossimo post.
E' scontato dire che una volta che la violenza non viene perseguita, questa diviene sempre più oppressiva fino a raggiungere la totale incontrollabilità. Noi oggi assistiamo a episodi come pestaggi di uomini di fede o ricatti per omicidi: questi episodi si ripeteranno sempre di più se non vengono messi a tacere con un adeguato intervento gli aggressori.
Un buon intervento sarebbe migliorare il sistema carcerario, cercando di creare più posti per mantenere più a lungo i carcerati e per dare loro ancora più tempo per riflettere. E magari con condizioni di vita sostenibili e più costruttive in modo da rendere i carcerati più controllabili nel momento in cui vengono rimessi in libertà.
Questa però è una soluzione per coloro che hanno già compiuto una malefatta che non può più essere riparata, specialmente se ai danni di qualcuno.
Qui sorge un'altro grande problema, riguardo al quale le religioni che ho citato sono assolutamente contrarie: il problema del trasporto d'armi.
Questo comporta grandi responsabilità e quindi non si può concedere con facilità a chiunque: infatti viene concesso solamente a persone che hanno davvero gravi problemi di sicurezza personale.
Questa precauzione è sicuramente un gran bene, ma limita troppo il numero delle concessioni; invece ci sono paesi come gli Stati Uniti d'America che danno le armi a chiunque intendi comprarle. E oggi vediamo in continuazione su internet o sui quotidiani quanti massacri si svolgono nei licei americani per via delle armi e dei ragazzi che ne fanno uso. Secondo me, sarebbe una giusta soluzione trovare una via di mezzo, come tecniche di autodifesa. Io per esempio faccio arti marziali da un po' di tempo e certamente sono molto più preparato ad uno scontro fisico di quanto non lo fossi prima di praticare le arti marziali. Le arti marziali inoltre insegnano come comportarsi in una società e come affrontare gli "elementi di disturbo". Ovviamente è necessaria la disciplina in alcuni momenti, ma questa spesso è più ottenibile mediante la solidarietà e la collaborazione tra i membri del gruppo. Inoltre le arti marziali "di miglior qualità", non insegneranno mai ad un individuo come dare disturbo a qualcun altro. Questa soluzione sarebbe ancora più efficace se non fosse possibile la vendita delle armi a qualsiasi persona civile o militare.
Le armi dovrebbe tenerle uno stato formato da cittadini che sono in grado di avere un autocontrollo sufficiente a tale compito.

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